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Redazione Il Biondino della Spider Rossa

Il Killer. Come i media ci rappresentano un mondo che non c'è

Published 19 days ago • 12 min read

Il Killer. Come i media costruiscono un mondo che non esiste

"Se Albertine lascia passare qualche mese, le mie bugie diventeranno verità
(M. Proust, La Recherche, Albertine scomparsa)

La realtà manipolata

Scrivi "killer" e tutto assume un diverso significato. Se poi il killer è un "serial killer" si apre un mondo di notti scure dietro luce tremule, di corpi straziati e buttati da parte; e di mille riferimenti a uomini che hanno ucciso decine - talvolta anche più - persone.

Trovo sia inconcepibile riuscire a vivere dopo aver ucciso una persona. Voglio dire, l'omicidio fa parte - purtroppo - del nostro essere persone. Come cantava Giorgio Gaber tanti anni fa, "morire e far morire è un'antica usanza che suole aver la gente".

Quello che impressiona è il poter continuare a vivere in tranquillità - o comunque senza rimorso - nonostante l'aver spento l'esistenza a qualcuno. O addirittura, nel caso dei serial killer, a un certo numero di persone.

Uccidere fa parte dell'essere umano. Accade all'essere umano. Tuttavia, siamo di fronte a un "incidente dell'umano". Non è vero che siamo cattivi, noi umani, di natura, come amava dire una mia conoscente animalista. Secondo il suo pensiero, gli animali fanno del male per necessità; mentre noi umani siamo proprio votati al male.

Non è vero neppure questo. Chi spara in guerra, violenta, uccide e commette crimini - ché già la guerra è un crimine - quasi sempre è alterato da droghe o alcol. "L'uomo è vino, combatte bene e muore meglio solo quando è pieno", cantava Roberto Vecchioni, richiamando la triste condizione dei soldati in guerra.

Dobbiamo forse credere che i terroristi a Mosca, nell'attentato in un teatro, siano stati sobri? Dobbiamo forse credere che siano stati nel pieno delle loro facoltà?

Gli omicidi seriali e il crimine della guerra non possono, alla lunga, essere condotti senza una qualche forma di alterazione. I miti, le leggende, le fedi che possono spingere alla battaglia non riescono a essere efficaci a lungo. Non sono in grado di tenere in piedi, da soli, il crimine seriale dei killer.

Un omicidio seriale che non richiede droga è invece quello di chi uccide, in modo sistematico, la verità. L'assassinio di ciò che è vero richiede lucidità, assenza di rimorso, organizzazione.

Possiamo allora dire che gli imprenditori della menzogna agiscono nel pieno della loro volontà, senza droghe o alcol o altra sostanza ad alterarli.

Nel terzo episodio del podcast "Il Colpevole Perfetto" - intitolato La ragazza va di fretta - spiego come un semplice fatto possa essere manipolato per costruire una storia menzognera.

La banale uscita da scuola di una ragazzina, il sottolineare a tutti i costi che "aveva fretta", l'insistere su dettagli che poi si rivelano inesatti, ebbene tutto questo viene smontato dalla semplice verifica delle testimonianze.

È inquietante come i "killer della verità" siano lucidi nel presentarci una realtà che non esiste. Come si muovano con precisa determinazione nel portarci sul terreno dell'inganno.

Il più subdolo degli inganni, tuttavia, non è quello che inventa qualcosa. La bugia, se vogliamo, ha una sua creatività, un suo fascino, a volte può persino essere necessaria. La bugia ha di per sé gli elementi primi per essere smascherata, soprattutto quando si deve misurare con il tempo. Perché il tempo sgretola le bugie.

È la manipolazione che invece lascia sgomenti: il falsificare la realtà, il piegare gli eventi e le parole per costruire una narrazione che non corrisponde alla verità sostanziale dei fatti.

Peccato che sia proprio la manipolazione del reale lo strumento più raffinato del serial killer della verità.

Se pensiamo a tante fake news - che da sempre noi giornalisti chiamiamo "bufale" - circolate sui media, ci rendiamo conto di come non sia poi difficile un'azione di svelamento della menzogna. Un'azione di debunking, di smascheramento, come viene chiamata.

Smascherare la manipolazione è invece un compito complesso. A volte titanico. È una chiamata alla battaglia, per chi ama la verità sostanziale dei fatti. È un'impresa quasi disperata, se la manipolazione affonda in un lontano passato.

Pensiamo all'attentato a Enrico Mattei (1962), a John F. Kennedy (1963), a Bob Kennedy (1968) e al rapimento e omicidio di Aldo Moro (1978), per citare alcuni casi famosi.

La distanza negli anni impedisce di avere testimoni, reperti da analizzare, documenti da far uscire allo scoperto. Molta gente che poteva parlare è morta. I reperti sono stati distrutti o nascosti. I documenti si sono persi o qualcuno li ha messi al riparo.

Tuttavia, c'è un dato di fatto che può darci coraggio nella ricerca della verità. E voglio esporlo qui.

Se io fossi stato nel 1979 negli Stati Uniti, a fare il tirocinante giornalista al Boston Globe per alcuni anni, come mi era stato proposto, ora potrei inventare di essere riuscito a conoscere da vicino Jimmy Carter o Ronald Reagan. Insomma, potrei inventarmi di aver conosciuto a una cena - magari in un evento davvero accaduto - il presidente degli Stati Uniti d'America.

Chi mi potrebbe smentire? Userei dei dati di fatto - un evento aperto ai giornalisti con il presidente Usa - e vi adatterei la mia bugia. Impossibile cogliermi in fallo, a meno che non si sia stati presenti proprio a quell'evento e si sia visto chi c'era e chi no.

Diverso è il caso se accade un certo evento - o, meglio ancora, una serie di eventi - e io debbo piegare quei fatti a una mia narrazione inventata.

Ecco un esempio. Il 26 febbraio del 1998 c'è stata l'eclissi di sole nei Caraibi. Mi trovavo con mia moglie in viaggio di nozze a Guadalupa (territorio francese); e l'abbiamo vista. Due minuti e mezzo di buio sulla spiaggia caraibica. Un incanto che non avevamo cercato: neppure sapevamo dell'eclissi, prima di arrivare sull'isola.

Ora, poniamo che l'eclissi fosse stata a marzo del 1998 e noi - andati a Guadalupa a febbraio, dato che ci siamo sposati in quel mese - ora ci inventassimo di aver visto un'eclissi che non ci sarebbe stato possibile vedere.

È evidente che la nostra bugia potrebbe essere smascherata, incrociando i dati: dell'eclisse e del nostro viaggio di nozze.

Possiamo tentare di piegare i fatti alle narrazioni di comodo. Possiamo tentare di manipolare la realtà per adattare ai nostri obiettivi. Il problema è che, andando sui fatti, e falsificandoli, la bugia crolla.

È con questo metodo - la verità sostanziale dei fatti, il metodo scientifico, il parere degli esperti - che possiamo smontare la manipolazione e la menzogna dei serial killer della verità.

Ecco che, allora, vicende come il Mostro di Firenze, il Caso Moro, la figura di Benito Mussolini e il caso di Milena Sutter assumono un colore differente. E la manipolazione viene alla luce, consentendo di smascherare l'azione del killer.

A distanza di molti anni diventa certo difficile, quasi impossibile, trovare l'assassino della verità. E ancor meno i mandanti. Vi è comunque lo spazio per indagare ciò che è falso, invalidando i fatti bugiardi e le mendaci testimonianze.

Maurizio F. Corte

(Foto di copertina: Hedi-Benyounes - Unsplash)

FILM. "Quarto Potere". Urgente tornare a riflettere sull'influenza dei media

L’urgente riflessione sul ruolo, il potere e l’influenza dei media nella nostra società – e nella vita quotidiana – trova riscontro in un vecchio film che ha fatto la storia del cinema: Quarto Potere (Citizen Kane), il capolavoro di Orson Welles, che è uno dei pilastri dell’arte cinematografica.
Quarto Potere - tornato restaurato nei cinema italiani - è un film drammatico, in bianco e nero, uscito negli Stati Uniti nel 1941, diretto, interpretato, co-prodotto e co-sceneggiato da Orson Welles. Proprio Quarto Potere, che pure ha oltre 80 anni di vita, ha ancora molto da dirci sui mass media e sui social media.

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FILM & OLTRE. "Le mani sulla città". Il film di Francesco Rosi sulla speculazione edilizia, madre di evasione e corruzione

Non se ne parla mai, perché nessuno ha interesse a farlo. Eppure, la speculazione edilizia è la madre di tutte le tangenti, di tutte le infiltrazioni mafiose e di tanta evasione fiscale. La speculazione edilizia è quella che ha rovinato le nostre coste, che ha reso ghetti le periferie, che fa da ambiente all'illegalità e dalla devianza.
Diventa allora interessante andare a rivedere un film che giusto una sessantina di anni fa in Italia denunciava il malaffare, dietro la crescita edilizia e urbanistica. Una crescita che era figlia del boom economico e dell'espansione demografica. Quando pensiamo a ciò che non va nella nostra società - dalla sanità alla scuola, dalla sicurezza alle pensioni - allora è bene che pensiamo alla speculazione edilizia. E a tutte le risorse che si è succhiata (e si succhia), tra corruzione ed evasione fiscale.
Il film, diretto da Francesco Rosi, è del 1963 e c'è anche una versione restaurata. La didascalia del film dice tutto: "I personaggi e i fatti qui narrati sono immaginari, è autentica invece la realtà sociale e ambientale che li produce". Lo trovi su YouTube e su Amazon Prime.

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CINEMA & NOSTALGIA. I migliori film gialli usciti nei cinema nel 1962

Il film giallo - come tutti i racconti dove c'è un enigma da risolvere - ci attrae, coinvolge e affascina. Tra rompicapo, apparenti soluzioni che vengono poi rovesciate e personaggi caratterizzati, il film giallo gode di molta popolarità.
Nel nostro viaggio nel tempo - in questa newsletter c'è più di un riferimento agli Anni Sessanta - qui proponiamo un articolo con i migliori film gialli del 1962.
Tra i film da segnalare,
Il promontorio della paura, con Gregory Peck, in un'America che non c'è più.

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POLITICA & CRIMINE. Le "diverse azioni sovversive" dei servizi segreti della Gran Bretagna

La guerra alle nostre porte, con l'invasione russa dell'Ucraina. Il massacro del popolo palestinese (con sospetto genocidio) in Medio Oriente, dopo l'attacco dei terroristi a israeliani inermi e innocenti del 7 ottobre 2023. La gestione della geopolitica in Libia, in Iraq, sugli scacchieri internazionali. Tutti questi teatri di guerre, di affari nella vendita di armi, di rinuncia alla gestione politica delle crisi, ha portato molti italiani a vedere gli Stati Uniti come uno Stato "imperialista". Persone insospettabili le senti pronunciare frasi anti-Usa che si sentivano, sul fronte dell'ultrasinistra, negli Anni Settanta del Novecento.
Nessuno pensa, invece, a un altro imperialismo, ben più subdolo e non meno fonte di lutti e guerre: quello della Gran Bretagna. Ovvero, il controllo britannico sull'Italia, dal Risorgimento... a oggi. Passando per l'omicidio di Enrico Mattei
(nella foto), per il caso Moro e per la lunga stagione (1969-1993) della strategia della tensione. Delle azioni sovversive britanniche in Italia parla il giornalista investigativo, Giovanni Fasanella, in questo video.

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DOCUMENTARI PER PENSARE. "Food for Profit". Il business di 400 miliardi di euro sugli allevamenti intensivi di bovini

Food for Profit è il documentario indipendente di Giulia Innocenzi e Pablo D’ambrosi che svela i rapporti tra l’industria della carne e la politica. Si tratta di un film-inchiesta che racconta il sistema e le ipocrisie dell’agribusiness. Mette al centro i 400 miliardi di euro di denaro pubblico della Politica agricola comune in larga parte destinati agli allevamenti intensivi. Quello che succede con i 400 miliardi della Politica agricola comune è che la maggioranza va ai grandi gruppi industriali e agli allevamenti intensivi. Paghiamo con le nostre tasse gli allevamenti intensivi: eppure, tenere gli animali in condizioni pessime e inquinare l’ambiente costituiscono un pericolo per noi umani. Sia per il tipo di prodotto che esce da questi allevamenti, ma anche per il pericolo di future pandemie.

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DIARIO DI BORDO. Com'è nata l'inchiesta sul caso Sutter-Bozano (capitolo 5^)

Una mattina di primavera del 2010, all'Università degli Studi di Verona, una diligente studentessa di Editoria e Giornalismo chiede all'insegnante di Giornalismo Interculturale una tesi di laurea sulla cronaca nera. Il professore esita, vuole pensarci. Poi gli viene l'idea: perché non studiare il caso della ragazzina sparita e morta a Genova il 6 maggio 1971? Da lì si apre un mondo, con esiti inattesi.

Vai all'articolo in esclusiva per te

NERA VINTAGE. Anni 50. Assolta la donna accusata di avere avvelenato il marito

Il mese di gennaio del 1950 si chiude con una sentenza che evita un clamoroso errore giudiziario. Una donna, Maria Giordano, a Roma viene assolta dall’accusa di avere avvelenato a morte il marito. È di questo caso che tratto in questo articolo della sezione NeraVintage di questo magazine.
L’assoluzione avviene dopo 8 anni che la donna ha passato nelle aule giudiziarie e in stato di detenzione. La sentenza giunge dopo un’accesa discussione in Corte d’Assise. E nel contesto di un delitto che può essere letto come vicenda passionale; ma che può anche nascondere motivi di interesse economico.
A segnare il destino di assoluzione della donna sono le risultanze dell’autopsia sul corpo dell’uomo assassinato con una pozione di veleno, come nei romanzi di Agatha Christie.

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CRIME, JUSTICE AND THE MEDIA. Come i media rappresentano il crimine e la giustizia/3

Crimini e criminali (o sospetti tali) fanno notizia. Interessano le persone, che consumano in modo avido informazioni, film, serie televisive e romanzi sugli eventi di cronaca nera. E su quelli di cronaca giudiziaria.
Possiamo affermare che ciò che come cittadini sappiamo della criminalità, dei reati, della giustizia e di tutto l’impianto giudiziario passa per la quasi totalità dai media. Torniamo su questo argomento, per portare avanti una riflessione strategica sulla giustizia e il crimine.
Con esiti che ci toccano da vicino.

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PODCAST. Audio scelti per riflettere

"IL COLPEVOLE PERFETTO"

Chi era davvero la persona Lorenzo Bozano? Di cosa è stato accusato e quanto sono fondate le accuse contro di lui? E ancora: cos’è stato raccontato della vicenda di Milena Sutter, sparita a Genova il 6 maggio del 1971? E trovata due settimane dopo, senza vita, nel mare di Genova?
Il podcast
Il Colpevole Perfetto. La storia sbagliata di Lorenzo Bozano e Milena Sutter racconta Lorenzo visto da un testimone privilegiato, che l’ha conosciuto a fondo: Maurizio Corte. La regia audio è di Giuliana Corsino, giornalista ed esperta in podcasting.

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MIGRANTI. È VERO CHE NON POSSIAMO ACCOGLIERE TUTTI?

I media italiani hanno per anni rappresentato l'immigrazione dall'estero come un'invasione, attuata attraverso le coste. Molto poca, invece, l'attenzione a chi arriva via terra. Oppure a chi, potendo partire da Paesi extraeuropei da cui si può raggiungere l'Italia, rimangono oltre il tempo del visto turistico. La domanda - di fronte alla rappresentazione dei migranti come invasori - è allora spontanea: ma possiamo davvero accoglierli tutti? La questione migratoria è un tema serio, per questo è importante avere le giuste risposte. Quelle che dà il podcast de "Il Post" su Spotify, con il prezioso lavoro di Luca Misculin.
Durata: 10'

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L'AFFARE MONTESI

Il caso di Wilma Montesi ha inizio il 9 aprile 1953, con la morte per annegamento di Wilma Montesi, a soli 21 anni, nel mare antistante la spiaggia di Torvaianica, presso Roma. La vicenda - mai risolta - ha avuto una grande eco mediatica, dato che i giornali coinvolsero il figlio di un potente ministro della Democrazia Cristiana. Testimonianze attendibili si mescolano a testimoni bugiardi, le carenze investigative si confondono con quelle medico-legali. Di sicuro c'è che i giornali giocarono un ruolo fondamentale nel raccontare questa vicenda. Elisa True Crime, che ha oltre un milione di iscritti al suo canale YouTube, la racconta partendo - com'è solita fare - dalla figura della vittima. E dal contesto familiare.
Durata: 60'

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ACADEMY

Qui ti attende la raccolta completa degli articoli di formazione nell'ambito del crimine, della giustizia e dei media. Le pubblicazioni periodiche sono a cura di Laura Baccaro, criminologa, e Maurizio F. Corte, giornalista investigativo.


- PSICOLOGIA E CRIMINOLOGIA
-
PODCAST SU CRIME E GIUSTIZIA

AUTOPSIA DEI MEDIA. Come i media dicono più di quanto raccontano/2

La media education è fondamentale in una società dove siamo in costante immersione nella comunicazione. Lo siamo con i personal media (whatsapp, ad esempio), con i social media (Instagram, TikTok o Facebook); e lo siamo con i mass media, che pilucchiamo qui e là nel web. Con questa rubrica compiamo un viaggio per capire come leggere i media in modo critico.

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SEGNALAZIONI

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ANGOLO RÉCLAME

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Off The Record...

“La menzogna non è soltanto il ribaltare la verità su un certo fatto. Menzogna è anche raccontare una parte della storia, omettendo il contesto, i precedenti e le presupposizioni. Senza contesto, senza precedenti e senza presupposizioni non possiamo cogliere un fatto nella sua valenza e nel suo significato. Possiamo allora dire che si è bugiardi anche quando si dice solo una parte di una storia, con l'obiettivo di impedire di cogliere il tutto”.
(testo Maurizio F. Corte, photo Eduardo Flores - Unsplash)

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"Il Biondino della Spider Rossa®". Il Blog

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