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Redazione Il Biondino della Spider Rossa

"Il Colpevole Perfetto". Anteprima Podcast

Published about 1 month ago • 5 min read

NEWSLETTER / EDIZIONE STRAORDINARIA

"Se fossi stato al vostro posto. Ma al vostro posto non ci so stare...
(F. De André, Nella mia ora di libertà)

"Il Colpevole Perfetto. La storia sbagliata di Lorenzo Bozano
e Milena Sutter". Anteprima del podcast

Immagina Milena, 13 anni, rapita e uccisa all’uscita di scuola. E immagina un "mostro", Lorenzo, 25 anni, biondino con una spider rossa.

Il "mostro" ha puntato Milena per approfittare di lei e poi fare soldi. Morire così, a 13 anni, è una storia amara, sconvolgente, sconcertante.

Ma se… invece… la verità fosse un’altra? Se quanto ci hanno raccontato fosse un diabolico inganno? Se ci avessero abbagliati tutti con una storia farlocca?

Giovedì 28 marzo 2024 esce su tutte le piattaforme online il primo episodio del podcast "Il Colpevole Perfetto. La storia sbagliata di Lorenzo Bozano". Testo e voce di Maurizio Corte. Regia audio di Giuliana Corsino.

In anteprima - per te che sei iscritta e iscritto alla newsletter Crime Window & Media - il primo episodio, sul sito Spreaker.
Lo trovi qui:

Podcast - IL COLPEVOLE PERFETTO - Ep. 1 - "Milena è sparita"


Questo il testo della prima parte del primo episodio del podcast

"Milena è sparita"

Siamo negli Anni Settanta: il 1971, per la precisione. E accade un fatto di cronaca nera che riguarda una ragazzina, Milena Sutter. Ha 13 anni, i capelli lunghi biondi che si sciolgono sulle spalle, il viso chiaro e luminoso e gli occhi che sorridono.

Milena è la figlia di un noto industriale di Genova: il padre, Arturo, ha un’azienda che produce cera per pulire i pavimenti e lucido da scarpe. La conoscono tutti, quest’azienda, perché fa pubblicità in televisione, a Carosello, sul primo canale della Rai.

Milena scompare a Genova giovedì 6 maggio 1971, poco dopo le 17, all’uscita della Scuola privata Svizzera. La scuola si trova in via Peschiera e Milena frequenta la terza media.
Al suono della campanella, le compagne di classe le propongono di andare a mangiare un gelato, nella latteria a pochi metri di distanza.

Milena si scusa ma dice di dover tornare a casa di fretta, perché ha un’insegnante privata che l’attende: deve ripassare il programma scolastico di tutto l’anno, per sostenere l’esame di terza media.

La sparizione di Milena, ragazza sportiva che dimostra almeno 16 anni, viene subito presentata, dagli inquirenti e dalla stampa, come un “sequestro di persona”.

Qualcuno – una banda probabilmente – deve averla rapita per estorcere denaro al papà, Arturo, genovese di origini svizzere, che è il sesto contribuente della città: dichiara un reddito di 64 milioni di lire, circa 600 mila euro di oggi.

Genova è una città industriale, stretta tra il porto e le colline. La lunga tradizione di città di mare e la storia di centro finanziario la possiamo trovare nei palazzi alti, massicci e solenni del centro storico.

Nella parte ovest, verso la lanterna simbolo di Genova, ci sono i quartieri operai, con i proletari che lavorano nelle aziende pubbliche e private e che lavorano al porto.

Nella parte est, ci sono i ricchi quartieri dell’alta borghesia ligure, tra Quarto, Sturla e Albaro.

L’urlo e la rabbia della protesta operaia e studentesca del Sessantotto stanno bollendo, sotto la routine quotidiana. A fronteggiarsi ci sono la cultura cattolica, il Partito Comunista, i neofascisti. E poi c’è la Massoneria, con giudici e avvocati nei posti di potere.

Il giorno dopo la sparizione di Milena, un uomo alza la cornetta del telefono – allora non c’erano né i cellulari e neppure le email - e telefona a casa dei Sutter. Sillaba le parole e per tre volte ripete, come un disco registrato: “Se vuole Milena viva, 50 milioni prima aiuola Corso Italia”.

Il padre di Milena, Arturo Sutter, prepara i soldi e si dice pronto a consegnarli ai rapitori.

Alla prima telefonata, ne seguono altre, a casa della vittima: sciacalli, sadici, figuri della peggior specie. C’è persino chi fa sentire al telefono il pianto di una bambola.

C’è chi alimenta false speranze, indicando un’auto, una strada o una casa dove trovare Milena. Tutto inutile, tutto vacuo, tutto finto.

Della ragazzina, dal cuore generoso e dalla passione per almeno sei sport (sci, nuoto, basket, tennis, pattinaggio, equitazione) non c’è traccia. Dov’è finita Milena? È viva oppure è sepolta da qualche parte?

I timori, le paure, le inquietudini sono alimentate dai media. La stampa ogni giorno rendiconta la ricerca che polizia e carabinieri fanno di Milena. E purtroppo quei brividi di paura trovano presto una conferma. Amara. Sconcertante. Che gela ogni genovese, proletario o borghese che sia.

Due settimane dopo la sparizione, giovedì 20 maggio, il corpo della ragazzina viene trovato senza vita. Si muove a pelo d’acqua, in posizione supina a circa 300 metri al largo della spiaggia di Priaruggia, alcuni chilometri a est del porto di Genova.

Due pescatori dilettanti lo notano galleggiare tra pezzi di legno e con indosso una cintura da sub, provvista di alcuni pesi. I due pescatori subito pensano che si tratti di un qualche pescatore subacqueo annegato.

Portato a riva, il corpo si rivela quello di una donna: si pensa a una donna di una certa età, dato che il volto è ridotto a uno scheletro e la permanenza in mare ne ha tolto l’identità.

Sono alcuni oggetti personali, fra cui una collanina e un cordoncino di cuoio, a rivelare invece che quel corpo senza vita, zuppo d’acqua, svestito appartiene a Milena Sutter, ovvero la tredicenne sparita solo un paio di settimane prima.

La folla di cittadini che si è assiepata sulla spiaggia di Priaruggia resta in silenzio, sgomenta, angosciata. Quella morte, il destino di quella ragazzina generosa e piena di vita, quell’assurda fine tra le onde del mare è un colpo al cuore per la città intera.

Un colpo al cuore che va dai quartieri operai di Sampierdarena ai salotti borghesi di Quarto, Sturla e Albaro. È il dramma di tutti, di ogni famiglia, di ogni genovese, di ogni ceto sociale.

È il dramma di tutti perché i giornali – allora c’era poca tv – hanno portato nelle case quel dolore. “Siamo tutti la famiglia Sutter”, devono essersi detti migliaia e migliaia di madri e padri di famiglia.

Quali sono le cause della morte di Milena? Si parla subito di “omicidio”. La ragazzina sarebbe stata uccisa, con azione di strozzamento e probabile soffocamento, lo stesso giorno della sparizione.

A dirlo sono i medici legali: nell’arco di qualche ora stabiliscono giorno, orario e cause della morte di Milena Sutter. La loro analisi schizzata sui fogli di carta dell’Istituto di Medicina Legale di Genova è una sentenza senza appello, un dogma, un risultato che non è possibile contestare.

È trascorso oltre mezzo secolo da quel giovedì 20 maggio 1971. Sono passati quasi 20 mila giorni da quel tavolo freddo dell’obitorio, da quelle luci tremule nella sera genovese di maggio.

Tuttavia, non possiamo sottrarci a una domanda che nessuno osa più fare: siamo sicuri che Milena Sutter sia stata uccisa? Siamo sicuri che la morte risalga al 6 maggio 1971, ovvero lo stesso giorno della scomparsa? I dubbi sono legittimi.

Gli interrogativi sono doverosi. La ricerca scientifica è garantita dalla Costituzione, nata dalla lotta di liberazione al fascismo e al nazismo. E allora… andiamo a incominciare.

Maurizio F. Corte

(Copertina a cura di Giuliana Corsino)

Podcast - IL COLPEVOLE PERFETTO - Ep. 1 - "Milena è sparita"

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